L’acqua tra agricoltura e ambiente: dalla Direttiva Quadro Acque alla nuova PAC

Data:
23 Ottobre 2023

L’acqua tra agricoltura e ambiente: dalla Direttiva Quadro Acque alla nuova PAC

A livello europeo, il tema della risorsa idrica è stato oggetto di numerosi provvedimenti legislativi che hanno costruito, a partire dagli anni 70, un quadro complesso di requisiti relativi al suo impiego. Solo alla fine degli anni 90, la Commissione Europea, consapevole dell’eccessiva frammentazione legislativa in materia, ha avviato un percorso che ha condotto all’adozione della Direttiva Quadro Acque (DQA) (Direttiva 2000/60/CE), la quale stabilisce obiettivi ambientali che riguardano il raggiungimento del buono stato delle acque superficiali e sotterranee entro il 2027. La DQA introduce un approccio basato sull’integrazione di elementi ambientali, sociali ed economici, facendo proprio il principio sancito durante la Conferenza delle Nazioni Unite tenutasi a Dublino nel 1992, che riconosce all’acqua un valore economico in funzione della sua scarsità. L’analisi economica, l’adeguato recupero del costo dell’acqua secondo il principio “chi inquina paga”, l’adozione di politiche di prezzo incentivanti, sono i principi che oggi guidano la pianificazione della gestione della risorsa idrica, recepiti in Italia attraverso il Decreto Legislativo 152/2006 (Testo Unico Ambientale). L’Italia ha così intrapreso un percorso che ha portato alla definizione di metodi per la quantificazione del costo ambientale generato sia dall’impiego dell’acqua che per il suo recupero; percorso che, per quanto riguarda la completa attuazione, è in atto ancora oggi.

Per superare questo ritardo strutturale, il ruolo svolto dalla PAC è prezioso per assicurare una copertura finanziaria delle misure programmate per il raggiungimento degli obiettivi della DQA. Uno dei punti cardine per il recupero del costo ambientale, infatti, è la programmazione e attuazione delle misure per ripristinare lo stato dei corpi idrici, anche attraverso la mitigazione delle pressioni ambientali. Così come previsto dal Regolamento sui Piani strategici, il tema della tutela dell’acqua è affrontato dal Piano Strategico della PAC (PSP) 2023-2027 nell’ambito dell’Obiettivo Strategico 5 Favorire lo sviluppo sostenibile e un’efficiente gestione delle risorse, con riferimento ai temi specifici che riguardano sia la quantità (efficientare e rendere sostenibile l’uso delle risorse idriche in agricoltura), sia la qualità (tutelare le acque superficiali e profonde dall’inquinamento). Per rispondere alle esigenze di intervento individuate a livello nazionale per questi obiettivi strategici, il PSP supporta impegni e investimenti per la gestione sostenibile dell’acqua a livello aziendale, quali l’ottimizzazione dei volumi di acqua da distribuire al campo attraverso sistemi di consiglio irriguo e gli investimenti su impianti irrigui aziendali altamente efficienti, nonché finalizzati allo stoccaggio e al riuso. Considerato, poi, che il sistema irriguo italiano è complesso perché articolato anche in strutture e infrastrutture extra aziendali per il prelievo della risorsa, per il trasporto e per la distribuzione agli utilizzatori finali, il PSP supporta molteplici azioni per migliorare l’efficienza irrigua, quali il supporto agli investimenti per l’ammodernamento delle reti irrigue, la riduzione delle perdite e l’implementazione di sistemi di telecontrollo e di automazione. Altra opportunità, che dovrà essere colta per fronteggiare i preoccupanti scenari climatici, è quella dell’aumento della disponibilità di risorsa da prelevare, attraverso la realizzazione e/o il recupero di opere per il riutilizzo di reflui in agricoltura e di piccoli invasi per la raccolta delle acque reflue, piovane, superficiali. Lo stesso PSP sottende ai requisiti dettati dalla DQA per il raggiungimento del buono stato dei corpi idrici, che derivano dalle analisi degli utilizzi della risorsa idrica, tra cui quelli agricoli, condotti all’interno di adeguate pianificazioni. L’eco-condizionalità del PSP è un ulteriore tassello per garantire il rispetto degli obblighi della DQA per tutti gli interventi del Piano, vincolando il sostegno al rispetto delle normative ambientali sull’acqua – quali il rispetto delle procedure di autorizzazione (concessione, licenza di attingimento, ecc.) – , alla registrazione delle concimazioni, al rispetto della normativa sulla protezione dell’acqua dai nitrati, all’introduzione di fasce tampone lungo i corsi d’acqua, alla protezione di torbiere e zone umide.

Se da una parte, quindi, la normativa ambientale sull’acqua traccia i limiti entro cui concedere il sostegno della politica agricola, dall’altra, la PAC favorisce l’attuazione di misure per il raggiungimento degli obiettivi ambientali della DQA, sia incentivando la mitigazione delle pressioni ambientali che derivano dall’uso dell’acqua in agricoltura, sia valorizzandone i benefici. L’impiego della risorsa idrica per le attività agricole, infatti, ha contribuito alla creazione dell’agro-ecosistema irriguo che, con le sue rogge, canali, vegetazione riparia, sistemazioni idraulico forestali, arricchisce il paesaggio grazie alla presenza di specchi d’acqua, offre habitat alle specie acquatiche, migliora la sicurezza dei territori prevenendo il dissesto idrogeologico. Nel PSP non mancano interventi per la valorizzazione di questi elementi, prevedendo il supporto alla realizzazione o recupero di infrastrutture ecologiche connesse all’acqua (laghetti, stagni, aree umide, fontanili, lanche, canali che alimentano aree umide) e di sistemazioni idraulico-agrarie per il controllo del deflusso. Molte delle infrastrutture ecologiche, oggetto degli impegni agro-ambientali del PSP, sono connesse all’acqua (prati umidi, rete idraulica minore, bacini e sorgenti naturali); tuttavia, anche la gestione delle risaie, in alcuni casi veri e propri habitat in sostituzione delle zone umide ormai scomparse, è oggetto di finanziamento, prevedendo ad esempio l’allagamento costante delle camere di risaia fino al periodo di pre-raccolta. Ciò a dimostrazione che tutelare l’acqua e gli ecosistemi connessi non vuol dire solo minimizzare i prelievi, bensì anche ottimizzarli in funzione dei benefici ambientali che possono derivarne. La sostenibilità della gestione delle risorse idriche è condizionata, infine, anche dai metodi di produzione; perciò il PSP supporta, anche attraverso gli ecoschemi e gli interventi agro-climatico ambientali, l’adozione di misure di ritenzione naturale delle acque, che riguardano sia pratiche sostenibili di gestione del suolo (inerbimento, sistemi estensivi, minimum-tillage, cover crop ecc.), sia l’ingegneria naturalistica, favorendo la riduzione dell’inquinamento delle acque, la regolazione del deflusso, la riduzione dei fabbisogni irrigui e il miglioramento degli habitat. La nuova PAC, quindi, integra obiettivi ambientali in una programmazione territoriale articolata, sottendendo il sostegno finanziario al rispetto della normativa vigente per la tutela della risorsa idrica e, allo stesso tempo, offrendo opportunità di finanziamento alle azioni tese al raggiungimento del buono stato delle acque superficiali e sotterranee.

 

a cura di Myriam Ruberto e Raffaella Pergamo

(CREA – Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia)

Ultimo aggiornamento

23 Ottobre 2023, 11:09

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