Un pò di storia del monte Taburno

Data:
19 Ottobre 2023

Un pò di storia del monte Taburno

Il Monte Taburno, rientrante anticamente nel territorio controllato dalla tribù sannitica dei Caudini e successivamente assegnata dai Romani alla Regio II (Apulia e Calabria) costituiva, sin dal Medio Evo, il demanio feudale di Vitulano e la Foresta del Taburno, in particolare, era destinata a deposito estivo di cavalli stalloni dell’esercito borbonico. Il disboscamento operato sul Taburno dagli abitanti dei comuni limitrofi portò col tempo ad impoverire le sorgenti del Fizzo che fornivano le acque alle Reali Delizie di Caserta. L’Amministrazione del Real Sito di Caserta, rappresentata da una Giunta autorizzata da un sovrano rescritto del 25 Settembre 1786, pubblicò il 14 Novembre dello stesso anno un Bando col quale si vietava il taglio degli alberi ed il pascolo degli animali su una grande estensione del Taburno, circoscritta da termini lapidei. Sorse così la Real Riserva del Taburno che fu ricca di selvaggina, soprattutto cinghiali, e fu istituita anche a garanzia della perennità delle sorgenti del Fizzo. Fin dall’inizio i Comuni, i cui fondi rientrarono nei confini di questa Real Tenuta, manifestarono al sovrano il loro malcontento per le leggi eccessivamente restrittive. Si rese pertanto necessaria una nuova e più “ragionevole” delimitazione della riserva. Tale confinazione fu approvata da Ferdinando IV con Real Rescritto del 30 Gennaio 1795, con l’aggiunta che fossero rigorosamente rispettati i divieti rescritti dal Real Bando del 1786. Con atto del 30 aprile 1834 venne disposto di riprendere in esame la situazione per definire l’estensione dei fondi da ritenere in riserva ed il compenso da corrispondere ai Comuni proprietari. Le proposte della speciale Commissione all’uopo creata furono approvate con il provvedimento del 15 settembre 1836 e formarono oggetto della stipula dei seguenti pubblici strumenti:

– del 4 Dicembre 1840 col quale il Comune di Bucciano concedeva in enfiteusi perpetua alla Reale Casa la tenuta Porca Prena dell’estensione di moggia 214 pari a ettari 72 circa sul versante meridionale del Monte Taburno per l’annuo canone di 24 ducati netti;

– del 28 Dicembre 1842 con il quale i Comuni di Airola, Bucciano, Vitulano, Tocco Caudio, Campoli, Foglianise, Montesarchio, Bonea e Varoni concedevano, pure in enfiteusi perpetua, alla Reale Casa l’estensione di moggia 1719 passi 5 e passatelli 9 pari a ettari 582,54 per l’annuo canone di ducati 445 e grana 59.

Il complesso boscato Taburno fu preso in enfiteusi dalla Casa dei Borbone e con gli atti di enfiteusi venne riservato in favore degli abitanti dei Comuni proprietari il diritto di legnare durante i mesi di agosto, settembre e ottobre di ogni anno ed il diritto di pascolare con le sole pecore. Sebbene, decaduto il feudalesimo, il Demanio Vitulanese fosse stato diviso in parti proporzionali ai rispettivi diritti fra i Comuni di Vitulano, Montesarchio, Bonea, Varoni e Tocco Caudio, già facenti parte della Provincia di Avellino, nonché fra quelli di Airola, S. Agata dei Goti, Bucciano e Moiano, già della Provincia di Caserta, da un’indagine presso l’Archivio di Stato di Benevento è emerso che solo nel 1854 avvenne lo scioglimento delle “promiscuità demaniali” fra i Comuni che componevano l’antico “Stato Vitulanese”. Ma nel 1906 l’Agente Demaniale Lo Monaco, incaricato della sistemazione del Demanio Civico “Cepino”, segnalava ancora l’esistenza di alcuni beni promiscui tra i Comuni di Vitulano, Tocco Caudio, Foglianise, Cautano e Campoli. Il complesso dei beni forestali del Taburno deriva dunque dal grande Demanio Cepino, la cui suddivisione tra i vari Comuni del comprensorio venne operata nel 1854 con apposita Ordinanza. Caduto il Regno di Napoli, il Taburno passò al demanio del nuovo Stato Italiano che nel 1871 lo dichiarò inalienabile e lo consegnò all’Amministrazione Forestale (Ispezione di Caserta). La superficie della Foresta era di 640,39 ettari. Costituita L’Azienda del Demanio Forestale, la Foresta Taburno, quale bene dello Stato già dichiarato inalienabile, passò a far parte del patrimonio di detto Ente. Trattandosi di un patrimonio dello Stato fu definitivamente trasferito alla Regione Campania, che oggi lo gestisce.

a cura dell’Associazione Taburno Trekking

Ultimo aggiornamento

19 Ottobre 2023, 12:47

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